LAVORI AGRO – FORESTALI
– Analisi e pianificazioni territoriali –
– Progettazioni e direzione lavori –
Direzione lavori e supervisione tecnica alla realizzazione e manutenzione di alcuni impianti frutticoli di riqualificazione del contesto dell’Abbazia di Morimondo. L’azione consiste nel creare, su aree circostanti alle Abbazie di Morimondo e Bernate Ticino, impianti dimostrativi, a pieno campo o lineari, con piante da frutta, vite o piccoli frutti.
Tali impianti saranno realizzati e gestiti per cinque anni secondo le indicazioni tecniche del Parco, in modo da garantirne la crescita e lo sviluppo ottimali, attraverso l’impiego di materiali e tecniche a basso impatto ambientale.
TIPOLOGIE DI INTERVENTO PREVISTE
Nei diversi appezzamenti individuati dal progetto, tutti ubicati nel contesto delle Abbazie, saranno poste a dimora piante da frutto in diverse tipologie di sesto d’impianto e in diverse forme produttive, ovvero:frutteto con piante da frutta a sesto di impianto regolare (4×3 – 4×4 mt)
- frutteto con piccoli frutti in filare (2,5 x 2mt)
- vigneto tradizionale in filare (2,5×1,2 mt)
- vigneto maritato con piante da frutta (piantata padana).
Le operazioni che le aziende agricole dovranno eseguire, coadiuvate in fase di esecuzione dalla direzione lavori di Michele Bove (Tecnico agronomo del Parco lombardo della Valle del Ticino) e da Niccolò Mapelli, consisteranno quindi in una serie di azioni coordinate e consequenziali una all’altra, da rispettare fedelmente in funzione dell’andamento stagionale in modo da non protrarre i lavori al di fuori dei periodi dedicati e di conseguenza perdere stagioni utili.
Nell’ordine le aziende dovranno procedere e organizzarsi per le seguenti attività:
FASE AUTUNNALE INVERNALE (settembre 2012 – febbraio 2013)
- prenotazione piante da frutto per la fornitura autunnale (che verranno indicate dalla Direzione Lavori);
- acquisto dei materiali occorrenti (pali, fili, tutori, cannette, tiranti, distanziatori) il tutto secondo le specifiche che saranno indicate dalla Direzione Lavori;
- preparazione del terreno comprensiva di concimazione di fondo;
- tracciamento e squadro degli appezzamenti da piantumare;
- preparazione buche di impianto (differenziate per frutteto e vigneto e piccoli frutti);
- acquisto materiale vivaistico, precedentemente prenotato;
- messa a dimora delle piante;
- bagnatura con carrrobotte;
FASE PRIMAVERILE ESTIVA (marzo 2013 – giugno 2013)
- posa di fili, pali, tiranti e distanziatori per vigneto e piccoli frutti;
- interventi periodici di bagnatura degli impianti o in alternativa predisposizione impianto irrigazione goccia goccia (da valutare nei prossimi mesi)
- esecuzione di interventi di potatura di formazione;
- esecuzione di cure colturali ordinarie (sfalcio dell’erba, irrigazioni, zappettature al colletto);
- esecuzione di eventuali trattamenti fitosanitari.
FASE SUCCESSIVA DI MANTENIMENTO (per cinque anni)
- esecuzione di interventi di potatura di allevamento;
- irrigazione degli impianti
- esecuzione di interventi di potatura di produzione;
- esecuzione di cure colturali ordinarie (sfalcio dell’erba, irrigazioni, zappettature al colletto);
- esecuzione di eventuali trattamenti fitosanitari.
Le indicazioni per i successivi mantenimenti e interventi di cura e allevamento saranno specificate in documenti tecnici oltre che visionate sul campo con interventi dimostrativi nel corso della stagione vegetativa, come da indicazioni del Parco Ticino.
Collegamenti
– Parco del Ticino
Predisposizione degli atti previsti dalle norme forestali regionali per la direzione delle operazioni di taglio nelle superfici di proprietà pubblica.
Con lo Studio Forst è in atto, dalla stagione silvana 2007/2008, un’assistenza tecnica per la direzione lavori in lotti boschivi di proprietà comunale assegnati a privati nel Comune Sorisole (BG).
Ruralp predispone progetti di miglioramento forestale che possono beneficiare dei contributi regionali della l.r. 7/2000 o del PSR 2007 – 2013.
Ruralp propone la stesura di progetti selvicolturali di miglioramento delle superfici forestali in conformità alle disposizioni regionali.
Le tipologie di intervento, per le quali possiamo predisporre progetti, sono:
- Recupero dei castagneti da frutto.
- Cure colturali ai rimboschimenti.
- Utilizzazioni boschive a macchiatico negativo.
- Cure colturali consistenti in rinfoltimenti, sfolli, cure localizzate alle piantine.
- Lotta alle specie esotiche dei boschi per favorire localmente la rinnovazione naturale delle specie autoctone.
- Pulizia del bosco e spalcature, ammesse solo se localizzate e in funzione antincendio (fasce di rispetto).
- Diradamenti, tagli colturali, conversione dei cedui, conversione di rimboschimenti di conifere adulte fuori areale in boschi di latifoglie e rinfoltimenti.
- Conservazione e rinnovazione dei boschi di interesse naturalistico, faunistico, paesaggistico, culturale e storico e interventi accessori.
- Utilizzazioni forestali previste da piani di assestamento urgenti ed indifferibili mediante taglio a buche, taglio di sgombero, taglio a raso, tagli di schianti, di boschi comunali.
- Realizzazione di interventi accessori relativi a:
- le piste di smacchio ed i sentieri (manutenzioni, ripristino e realizzazioni di brevi tratti);
- i rinverdimenti localizzati (specie erbacee, arbustive);
- piccole opere di ingegneria naturalistica;
- la segnaletica e le chiudende.
Parte di queste attività sono finanziabili mediante richiesta di specifici contributi, ai sensi della l.r. 7/2000 od ai sensi del Piano di Sviluppo Rurale 2007 – 2013.
Per maggiori informazioni: Ruralp.
La progettazione e la direzione lavori di interventi di recupero e ripristino di selve castanili rappresenta una peculiarità di Ruralp, grazie ai molti cantieri di potatura (con tecniche di tree climbing) realizzati in questi anni.
La coltivazione del castagneto è sopravvissuta nelle zone in cui ha continuato a rappresentare un’opzione produttiva economicamente in grado di remunerare in modo soddisfacente almeno il lavoro, destinando il prodotto al consumo fresco o ad attività di trasformazione di alta qualità e di alto valore aggiunto.
Dove non si sono realizzate queste condizioni l’abbandono del castagneto è stata scelta obbligata e quindi il suo degrado generalizzato, quando non si é proceduto al taglio delle antiche piante per recuperare parte di un patrimonio non più in grado di generare reddito. In questi casi il castagneto è evoluto in ceduo o in alto fusto e la produzione del frutto sostituita da quella del legno da paleria o da segheria. In sintesi l’evolvere della castanicoltura ricalca la trasformazione del territorio montano. Il castagneto per larga parte é oggi abbandonato e così profondamente trasformato da essere irrecuperabile, per una frazione modesta é rappresentato da aree vitali mantenute alla produzione e per una frazione non secondaria è costituito da aree “deboli”, in parte abbandonate o utilizzate per una frazione marginale della superficie complessiva o per piante sparse, in grado, oggi, di soddisfare prevalenti condizioni di autoconsumo, ma suscettibili di un recupero produttivo e di innovazione.
Ruralp è da diversi anni promotore di iniziative di valorizzazione e recupero della coltura del castagneto.
La valorizzazione del patrimonio castanicolo zonale è importante non solo per l’aspetto produttivo e quindi per l’ambito prettamente agricolo e forestale, ma anche e soprattutto dal punto di vista ambientale per la funzione paesaggistica e di tutela del territorio che è implicita in questo tipo di coltivazione.
Le iniziative che vengono proposte ricalcano i seguenti filoni operativi:
- Recupero dei castagneti da frutto in abbandono od abbandonati;
- Progetto pilota per la promozione del castagno da paleria;
- Trasformazione del ceduo in castagneto da frutto;
- Promozione e coordinamento nella commercializzazione del prodotto;
- Diffusione di sistemi di utilizzo diversificato del legno di castagno, in particolare nel settore edile e dell’arredo urbano per esterni;
- Corsi di formazione per operatori;
- Realizzazione di fiere e giornate promozionali;
- Pubblicazione e divulgazione di opuscoli e materiale informativo.
I principali cantieri di potatura sono stati realizzati in questi anni nei seguenti comuni:
- Carenno
- Erve
- Monte Marenzo
- Montevecchia
- Torre dè Busi
- Caprino Bergamasco
- Pontida
- Calolziocorte
Direzione Lavori nell’ambito del progetto di “Recupero e valorizzazione dei pascoli montani” in loc. Montebasso e Forcella del comune di Carenno. L.r. 10/98 anno 2002.
Gli ultimi decenni hanno visto una progressiva e diffusa riduzione delle attività pastorali nel quadro dell’economia montana. Gli effetti più evidenti sono visibili nell’abbandono di malghe, alpeggi e pascoli. Di contro le azioni e le politiche di presidio del territorio spingono oggi nella direzione del recupero e del successivo mantenimento di aree foraggere
Interventi e azioni di recupero di superfici a prato o pascolo devono avvenire successivamente ad una serie di considerazioni. Non tutte le zone sono adatte al pascolamento od allo sfalcio; occorre verificare quali situazioni favorire e quali destinare ad evoluzione naturale: in quest’ultimo caso si deve ripristinare nel più breve tempo possibile quello che un tempo c’era al posto del pascolo e cioè il bosco, risorsa economica di gran lunga prevalente al pascolo degradato.
Nei primi anni successivi all’abbandono l’intervento di recupero è più semplice e meno costoso in quanto si tratta di eliminare la vegetazione con decespugliatori muniti di lama o catena e facendo ricorso a motoseghe, roncole, tosasiepi o troncarami per le piantine legnose fino a 3-5 cm di diametro.
Un cantiere di recupero generalmente viene essere organizzato in “lotti”, con dimensioni di circa 500 – 1000 mq cadauno, procedendo, se in pendenza, da valle verso monte: questo permette di tagliare ed accatastare più facilmente il materiale che dovrà quasi necessariamente essere bruciato o triturato, trattandosi di rovi, arbusti e legna di scarso valore.
Per il successivo mantenimento è fondamentale disporre di animali: che si tratti di bovini, equini od ovi-caprini, il loro operato è sempre indispensabile all’uomo per gestire il mantenimento di un sito recuperato.
Gli animali che meglio si sono adattati alle spesso difficili condizioni climatiche dei pascoli sono le capre e le pecore. La capra (Capra hircus), non a caso, appartiene allo stesso genere dello stambecco (Capra ibex) ed è infatti un’ottima arrampicatrice e saltatrice. Rispetto alle stesse pecore ed ai bovini è interessante sapere che la mobilità del labbro superiore consente alla capra di cibarsi di parti di piante in modo molto più selettivo rispetto ai bovini ed agli ovini, in cui è il solo movimento della lingua e dei denti a prelevare il cibo.
Le pecore hanno invece un comportamento diverso, oltre che precise differenze anatomiche. Stando per la maggior parte del tempo in greggi numerosi, densi e compatti, le pecore hanno il difetto di rompere la cotica con gli zoccoli aguzzi e di calpestare il suolo al punto di denudarlo. In questo caso sarà però sufficiente fare dei recinti mobili da spostare non appena si notano effetti negativi sul calpestio del suolo. Le pecore infine, per un minor sviluppo del rumine (organo in cui avviene la pre-digestione) rispetto all’abomaso (stomaco vero), prediligono foraggi non troppo “poveri”, scarsamente lignificati e con elevata proteina.(cioè erbe fresche…), rispetto a foglie secche, cortecce, rovi più ricercati e meglio digeriti dalle capre.
L’allevamento bovino, adattatosi nel tempo alla vita di alpeggio al punto da prevalere in anni passati sugli stessi ovi-caprini, ha necessità in primo luogo di strutture di ricovero notturne e di buone vie di accesso ai terreni (anche per trasportare il prezioso latte). Per il loro maggior peso (un bovino adulto pesa fino a 600 – 800 kg rispetto ai 50-70 kg di una capra) e per la loro abitudine a brucare con la testa verso l’alto parallelamente al pendio, il terreno viene pian piano lavorato e sagomato a terrazze, con veri e propri camminamenti obbligati che arrivano a coprire regolarmente interi pendii.
Pendii troppo ripidi sono inoltre inaccessibili a questi animali, da usare quindi nei pascoli migliori e maggiormente produttivi che solitamente sono gli ultimi ad essere lasciati in abbandono.
Una soluzione intermedia efficace tra i diversi tipi di animali fin qui descritti è rappresentato dagli asini. Nutrendosi anche di piante di scarso valore foraggero (ad esempio Festuca varia, Cardus spp., Molinia spp., Rumex spp., Carex spp.) e di varie felci ed arbusti (ontano verde, salici, sorbo, ginestra, mirtillo, lampone…) può contenere il ricaccio della vegetazione tagliata dall’uomo adattandosi anche a svariate condizioni climatiche senza grosse esigenze strutturali.
Gli asini hanno un’ottima resa nel pascolo controllato (confinato con recinzioni elettrificate) perché non disdegnano neppure la vegetazione legnosa fino a 1-2 cm di diametro e, grazie alla loro mole contenuta, non rovinano eccessivamente il suolo anche in caso di forti pendenze.
I prati od i pascoli recuperati avranno necessità di un minimo di cure colturali e manutenzione, in modo costante e adeguato almeno nei primi 2-3 anni. Il mantenimento successivo del pascolo deve invece rispettare i seguenti accorgimenti:
- il pascolamento deve avvenire con carico corretto, preferibilmente turnato (si divide l’area in diverse stazioni spostando il bestiame man mano che l’erba viene mangiata verso le zone in cui è matura);
- bisogna evitare il sovrapascolamento, che comporta una brucatura eccessiva, al punto che l’erba in ricaccio è minore di quella asportata, lasciando il suolo privo di copertura ed esposto a possibili fenomeni erosivi, fino a fenomeni di scortecciamento di eventuali piante arboree di alto fusto;
- bisogna evitare il sottopascolamento in quanto gli animali, potendo scegliere, si ciberanno solo della vegetazione migliore tralasciando le erbe di scarso valore nutritivo o addirittura infestanti, portando quindi nuovamente a situazioni di diffuso disordine colturale nel pascolo;
- è utile trasformare alcune parti idonee in prati da sfalcio, in modo da disporre di una riserva di fieno per fronteggiare eventuali improvvisi eventi meteorici che costringono il bestiame nei ricoveri (nevicate fuori stagione, siccità, malattie etc.)
Una buona conservazione del territorio rurale è oggi particolarmente sentita, non solo per le persone e le aziende agricole che svolgono in prima persona questo mestiere, ma per l’intera economia di queste aree che dipendono in misura molto stretta anche dal turismo e dalle bellezze naturali e del paesaggio.
I prati, i pascoli e gli alpeggi costituiscono quindi un patrimonio da non perdere, ma al contrario da salvaguardare e mantenere secondo un equilibrato criterio di gestione e recupero che tenga conto sia delle tradizioni passate che delle prospettive ed opportunità future che questi ambienti possono ancora offrire.
Per progettazioni o consulenze specifiche: scrivi@ruralp.it
Forniamo assitenza tecnica per qualsiasi tipo di impianto a fune per esbosco di prodotti forestali, nuovo o da regolarizzare, ai sensi del Regolamento Regionale 5/2007.
Siamo in grado di eseguire analisi di laboratorio su funi portanti e cavi traenti, oltre che testare pezzi e manufatti in loco.
Eseguiamo inoltre calcoli per la definizione dei carichi massimi ammissibili nei diversi punti della fune.
Lavori eseguiti di recente:
- Redazione dei progetti esecutivi per la “Regolarizzazione e rinnovo autorizzazioni all’uso di sistemi a fune per esbosco legna” in comune di Sorisole (BG). Committente: privati vari.
Regolamento Regionale 5/2007 (Prescrizioni di massima e polizia forestale)
All’allestimento didattico fruitivo del sentiero per disabili in loc. Pertus del comune di Carenno (LC) e recupero delle architetture vegetali del Roccolo del Monte Ocone.
Il progetto, realizzato per conto della Comunità Montana Valle San Martino, si caratterizza come il naturale proseguimento di altri interventi già finanziati dalla Provincia di Lecco nell’ambito del bando anno 2004 a favore dei Parchi Sovracomunali, sempre con il fine di valorizzare le risorse territoriali ed ambientali presenti.
Anche in questa occasione il progetto si pone diversi obiettivi, così identificabili:
- Allestimento didattico fruitivo del sentiero dei Roccoli, dall’Albergo Monte Tesoro alla loc. Monte Ocone, in Comune di Carenno (LC)
- Recupero delle architetture vegetali del Roccolo del Monte Ocone.
- Ristrutturazione, a fini didattico testimoniali, dell’edificio del Roccolo sito nella località Pertus poco oltre il “Ponte degli Spagnoli”.
E’ da sottolineare inoltre, per completezza di informazione, che la scelta di proporre l’allestimentio didattico con pannelli informativi della grandezza di 70×100 cm, deriva dal fatto che la Comunità Montana Valle San Martino sta inaugurando un percorso ad utenza ampliata che ricalca in parte la sentieristica di avvicinamento al roccolo.
L’intervento rappresenta quindi l’ottimale completamento di un progetto complessivo che integra diverse risorse attraverso il medesimo obiettivo.
Progettiamo interventi di nuova realizzazione, manutenzione ordinaria o straordinaria di piste forestali o tracciati agrosilvopastorali.
La cura, la tutela e lo sviluppo del territorio montano sono obbietivi di Ruralp.
Le infrastrutture forestali ed interpoderali, rappresentate sia dalle strade esistenti o dai tracciati da progettare, sono un’importante opportunità per mantenere vivo il sistema economico rurale.
I possibili utilizzi di tale infrastrutture non si limitano solo alle necessità di tipo forestale (taglio ed esbosco del legname) ma sono legati anche alla difesa dagli incendi boschivi, al mantenimento di insediamenti abitativi isolati, al’uso sociale per passeggiate ed escursioni.
Tra le diverse realizzazioni eseguite, ne riportiamo alcune di recente progettazione:
- Redazione del progetto preliminare: “ Messa in sicurezza e manutenzione straordinaria della strada Pontida – Monte Canto” in comune di Pontida (BG).
- Progettazione esecutiva e direzione lavori per: “ Interventi di adeguamento del sentiero della cresta del Monte Spedone per transito di motocarriole” in comune di Erve, Carenno (LC).
- Progetto di realizzazione di una pista forestale in area boscata, per il collegamento di due vigneti in loc. Fontanella del comune di Sotto il Monte Giovanni XXIII (BG).
- Progetto per la realizzazione di una pista forestale di esbosco in loc. Picco Alto nel comune di Palazzago (BG).
- Progettazione e direzione lavori per la realizzazione di un tratturo di collegamento ai vigneti nel comune di Villa d’Adda (BG).
Le norme regionali prevedono una specifica autorizzazione per la trasformazione del bosco. Ruralp cura sia l’iter amministrativo che la predisposizione degli elaborati tecnici necessari, comprensivi di relazione paesistica.
Ecco cosa prevede la normativa regionale attualmente in vigore:
L’autorizzazione alla trasformazione del bosco è rilasciata dagli enti forestali compatibilmente con la conservazione della biodiversità, con la stabilità dei terreni, con il regime delle acque, con la difesa dalle valanghe e dalla caduta dei massi, con la tutela del paesaggio, con l’azione frangivento e di igiene ambientale locale.
In caso di autorizzazione, vi è l’obbligo di realizzare interventi compensativi, in caso di eliminazione di un bosco, che consistono in nuovi rimboschimenti nelle aree con insufficiente coefficiente di boscosità (perlopiù in pianura) e in operazioni di miglioramento dei boschi esistenti e di riassetto idrogeologico nelle aree con elevato coefficiente di boscosità (perlopiù in collina e montagna). L’estensione minima dell’area boscata soggetta a trasformazione del bosco, oltre la quale vale l’obbligo della compensazione, è normalmente pari a 100 mq. Vi sono però alcune significative eccezioni nel caso di disboscamenti nel territorio delle Comunità montane e dei Comuni classificati montani ai sensi della d.g.r. 10443 del 30.09.2002.
Sono precisati gli interventi di disboscamento esonerati totalmente o parzialmente dagli obblighi di compensazione: sistemazioni del dissesto idrogeologico, viabilità agro-silvo-pastorale, conservazione della biodiversità e del paesaggio, ripristino dell’agricoltura in montagna e collina. Nelle aree con insufficiente coefficiente di boscosità, i costi di compensazione sono legati alla necessità di imboschire una superficie da 2 a 5 volte quella del bosco distrutto. Nelle aree con elevato coefficiente di boscosità, i costi di compensazione sono legati alla necessità di realizzare lavori di miglioramento forestale o idrogeologico di importo pari al bosco distrutto; i costi sono notevolmente ridotti rispetto a quelli previsti per il restante territorio e rispetto a quelli previsti dalla vecchia d.g.r. 13900/2003; peraltro attraverso il Piano di indirizzo forestale l’Ente forestale può aumentare detti costi di compensazione fino a quattro volte.
Vi è la possibilità per il richiedente l’autorizzazione di affidare all’Ente locale la realizzazione di interventi compensativi, versando ad esso l’importo pari al costo degli interventi compensativi, maggiorato del 20% (così detta “monetizzazione”).
Sono definiti i criteri tecnici in base ai quali rilasciare le autorizzazioni e calcolare i costi della compensazione.
È prevista un’ampia possibilità di definire a livello locale, tramite i Piani di indirizzo forestale o tramite criteri provvisori, le aree che possono essere soggette a disboscamento, i criteri e i limiti per le autorizzazione e le tipologie di interventi compensativi. Esiste un “Albo delle opportunità di compensazione”, grazie al quale chi deve eseguire lavori di compensazione può scegliere fra interventi realizzabili segnalati da cittadini o enti che hanno a disposizione terreni su cui intervenire e hanno difficoltà ad accedere a contributi pubblici.
Sono infine definite le procedure per gli iter amministrativi e per raccordare le autorizzazioni alla trasformazione del bosco con l’iter delle autorizzazioni paesaggistiche e idrogeologiche.
I criteri sono stati approvati con dgr 675/2005 e successivamente modificati e integrati.
Si riporta in allegato il testo vigente.
Per ulteriori informazioni potete rivolgervi a Ruralp.
Criteri per la trasformazione del bosco
Download
Esecuzione di contrassegnature o martellate, con stima di provvigione e ripresa, comprensivi della documentazione tecnica richiesta dal Regolamento Regionale 5/2007.
In collaborazione con il Dr. Nicola Gallinaro, dello Studio Forst, abbiamo eseguito progetti di taglio e martellate in lotti boschivi di proprietà pubblica e privata, in diversi comuni montani tra cui:
- San Fedele Intelvi , CM Lario Intelvese;
- Blessagno, CM Lario Intelvese;
- Ponna, CM Lario Intelvese;
- Ramponio Verna, CM Lario Intelvese;
- Claino, CM Lario Intelvese;
- Sormano , CM Triangolo Lariano;
Regolamento Regionale 5/2007 Download
Con il termine SFR si identificano gli “impianti legnosi a ciclo breve” , ovvero piantagioni di specie arboree destinate alla produzione di biomassa vegetale.
Consulenza agronomica forestale per un impianto di 6 ettari di pioppo, salice e robinia a ciclo breve (SFR – short rotation forestry) in Comune di Cavenago di Brianza (MI), finalizzati alla produzione di biomassa legnosa da cippare per centrale termica di teleriscaldamento comunale.
Committente: Parco del Rio Vallone e Consorzio Est Milanese – CEM Ambiente.
presentazione impianto a ciclo breve Download
Mappa progettuale dell’impianto di Cavenago di Brianza (MI) Download
Realizzazione di un’area boscata di interesse naturalistico nel Comune di Vimercate.
Ripristino ed allestimento itinerario attrezzato del sentiero storico della gola del torrente Gallavesa, in comune di Erve (LC).
Progetto per l’ampliamento di un’area boscata perifluviale di interesse naturalistico nel Comune di Bellusco (MI).
L’intervento è stato realizzato a seguito della volontà, da parte del Consorzio Parco Rio Vallone, di realizzare un imboschimento a scopo ambientale su un terreno agricolo posto nelle vicinanze del torrente Rio Vallone, in ampliamento della superficie boscata di sponda al torrente.
Il progetto ha l’obiettivo di aumentare il valore naturalistico ecologico dei fondi agricoli oggetto d’intervento mediante l’attuazione di specifiche pratiche colturali finalizzate a:
1) Aumentare e completare la superficie precedentemente imboschita;
2) Incrementare la funzione e la valenza del corridoio ecologico primario del Rio Vallone;
3) Creare micro ambienti favorevoli alla fauna selvatica;
4) Valorizzare la componente paesaggistica ed estetica dell’area;
Superficie nuovo impianto: 10.000 metri quadrati
Tipologia di intervento: imboschimento a scopo ambientale
Tipo di bosco: Querco-carpineto planiziale (querco olmeto)
Intervento colturale: tracciamento, impianto, messa a dimora di piantine, cure colturali successive.
Committente: Parco Sovracomunale del Rio Vallone
Proprietà: Consorzio Parco del rio vallone
Ruralp offre consulenza specifica per la viticoltura. Dalla normativa alle pratiche agronomiche, dall’impianto delle barbatelle alla progettazione di cantine di vinificazione.
Abbiamo realizzato per diversi clienti lavori e progetti inerenti la viticoltura, occupandoci di ripristini colturali ed avvio ex novo di attività vitivincole, compresi ammodernamenti e miglioramenti in aziende già attive.
Per la Fondazione Fojanini di Sondrio abbiamo inoltre fornito collaborazione nell’ambito della richiesta di riconoscimento di denominazione IGT (Indicazione Geografica Tipica) dei vigneti delle province di Como e Lecco.
Ruralp esegue indagini sulla stabilità e vitalità degli alberi mediante l’ausilio di tecniche d’analisi e differenti strumenti di precisione.
Ruralp esegue indagini sulla stabilità e vitalità degli alberi mediante l’ausilio di tecniche d’analisi e differenti strumenti di precisione.
Utilizzando il metodo V.T.A. possono essere individuate quelle anomalie in grado di compromettere la stabilità delle strutture primarie dell’albero.
L’esperienza, la professionalità e la capacità di utilizzo ed interpretazione dei sofisticati strumenti a disposizione, permettono di eseguire inoltre perizie fitostatiche a regola d’arte, distinguendo le variazioni di consistenza del legno e “fotografando” la dimensione strutturale interna dell’albero.
Ruralp esegue interventi per singoli esemplari ma anche per alberature di viali, giardini o aree verdi con frequentazione pubblica.
Le indagini possono essere eseguite con strumentazioni quali:
- Resistograph
- Arbotom